E=mc^2
Diciottesima puntata
Con la sua celebre equazione E=mc2 Albert Einstein scoprì che massa ed energia sono due facce della stessa medaglia e possono trasformarsi l’una nell’altra. Ma come è nata questa formula? E soprattutto, che cosa significa? E perché nessuno ci aveva pensato prima?
- Autore: Gianluca Li Causi
- Altre voci: Chiara Piselli
- Regia: Chiara Crociata
- Musica: Antony_Raijekov, When_Waves_Trying_to_Catch_a_Marvel / Arena_Of_Electronic_Music, garish_cyborg, Evening / StrangeZero, Melting_Pill / phi leas, Feeling_a_little_blue / Brokenkites, Unavailable
Podcast: Download (Duration: 16:33 — 15.2MB)
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quando dici che il lampione dalla parte in avvicinamento cede più energia di quella sottratta dalla parte in allontanamento per effetto della relatività mi sfugge il motivo….grazie
La finalità di questa puntata, cioè spiegare l’equazione E=mc2, ha richiesto un testo abbastanza impegnativo, perciò abbiamo deciso di usare l’effetto Doppler senza spiegarlo, per non appesantire il testo ulteriormente. Diamo una spiegazione generale dell’effeto Doppler nella puntata “L’effetto Doppler”. Le motivazioni relativistiche per cui succede anche con la luce sono in realtà diverse e, al momento, non vedo un modo di spiegarle senza una derivazione matematica, ma il concetto è sostanzialmente lo stesso. Per questa puntata accetta che sia così e concentrati a capire E=mc2.
Gianluca
Buongiorno la mia domanda da ignorante in materia è…. se nulla va più veloce della luce cone mai c nella formula sopra che rappresenta la velocità della luce è al quadrato???!!!!!
Grazie e buona giornata
Il quadrato deriva dalla formula classica dell’energia cinetica, cioè dovuta al movimento, di un corpo in moto. Se, per esempio, una pallina da tennis di massa “m” viene lanciata a velocità “v”, la sua energia cinetica vale E = 1/2 * m * v^2. Questo vuol dire che una pallina che va al doppio della velocità ha un’energia quadrupla. La formula E=m*c^2 deriva proprio dalla formula dell’energia cinetica, per questo c è al quadrato.
Intanto complimenti per quest’iniziativa, la trovo davvero interessantissima.
Mi è sorta una domanda riguardo la fusione cui accennate alla fine del podcast: come è possibile che l’energia ripasciata dalla fusione sia maggiore di quella che serve per avvicinare sufficientemente i nuclei atomici?
Grazie per i complimenti e perdoni il ritardo nella risposta. Che l’energia ottenuta dalla reazione sia di più di quella necessaria al suo innesco (del resto è proprio questo il motivo per cui la fusione sarebbe utile) non è poi così sorprendente se considera che avviene lo stesso ogni volta che accende il fuoco in un caminetto: per attivare la combustione deve usare energia (quella della fiamma di un accendino per esempio) che serve per superare la repulsione tra gli elettroni del combustibile e del comburente. Una volta avviata la reazione stessa poduce più energia di quella di attivazione perché libera l’energia del legame chimico che inizialmente tenerva gli elettroni legati agli atomi: elettroni e nuclei infatti si riorganizzano in un nuovo composto (il risultato della combustione) nel quale hanno un’energia di legame minore. Nella fusione il concetto è lo stesso: serve energia per superare la repulsione tra i nuclei, superata questa energia protoni e neutroni si riorganizzano in una configurazione meno legata e rilasciano all’esterno la differenza di energia di legame che, essendo maggiore dell’energia di attivazione, viene parzialmente riutilizzata per innescare altre reazioni negli atomi vicini cosicché la reazione si autoalimente, come quella del fuoco.
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