ENEA

Antartide: estratta una nuova carota di ghiaccio per lo studio del paleoclima

Con il campionamento delle carote di ghiaccio, svoltosi in circa quattro settimane a temperature di  -30°C presso il Laboratorio EuroCold (European Cold Laboratory Facilities) dell’Università di Milano-Bicocca, si è conclusa la prima fase dell’iniziativa scientifica IPICS-2kyr-Italia, coordinata dall’ENEA e finalizzata alla raccolta di una sequenza paleoclimatica in un sito remoto della Calotta orientale dell’Antartide. Al Progetto, finanziato dal MIUR nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, hanno partecipato anche l’Università di Trieste, il CNR con la sede di Venezia dell'IDPA (Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali), l’Università di Milano-Bicocca, l’INGV, l’Università di Firenze e ricercatori coreani afferenti al KOPRI (Korean Polar Research Institute), nell’ambito di un accordo di collaborazione logistica e scientifica quinquennale siglato con ENEA.

I ghiacci delle calotte polari costituiscono preziosi archivi naturali della storia climatica e ambientale della Terra e il loro studio ha contribuito considerevolmente alle valutazioni dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) circa i cambiamenti in atto e le tendenze future. Il progetto IPICS-2kyr-Italia, tramite perforazioni multiple nella calotta antartica, ha lo scopo di fornire nuovi dati sulla variabilità climatica negli ultimi 2000 anni. E’ questa una delle priorità scientifiche individuate da IPICS (International Partnership in Ice Core Sciences), un organismo promosso da IGBP-PAGES (Past Global Changes) SCAR e IASC che coinvolge scienziati e tecnici di 32 nazioni, tra le quali figura anche l'Italia.

Una parte essenziale di questo progetto è stata rappresentata dal prelievo delle carote di nevato e ghiaccio che si è svolto durante la campagna estiva della spedizione italiana in Antartide 2013-14. Il sito di perforazione, prescelto per l’elevato accumulo nevoso, dista circa 500 km dalla Base costiera italiana Mario Zucchelli alla quota di 1900 metri (temperatura media annua – 32 °C). Per svolgere le attività di perforazione previste dal progetto é stato allestito un campo remoto temporaneo, costituito da mezzi cingolati e moduli montati su slitte che sono stati trasferiti sul posto con una traversa sulla calotta antartica di circa 250 km. Il gruppo di lavoro, composto da 8 persone tra ricercatori e personale tecnico-logistico, ha soggiornato per circa 60 giorni nel Plateau antartico operando in condizioni climatico-ambientali-logistiche severe. La perforazione è stata condotta dai tecnici ENEA del Centro del Brasimone che hanno messo a disposizione di questo progetto l’esperienza maturata durante i prestigiosi programmi internazionali sulle carote di ghiaccio EPICA e TALDICE.

Nella seconda fase di questa iniziativa scientifica, già approvata per il finanziamento nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, i campioni delle carote saranno studiati mediante analisi chimiche, isotopiche e fisiche, delle polveri e dei gas contenuti nel ghiaccio. Sarà così possibile ricostruire con notevole dettaglio temporale l’evoluzione delle temperature, della composizione dell’atmosfera e della circolazione atmosferica, la frequenza delle eruzioni vulcaniche e l’inquinamento atmosferico prodotto dalle attività umane nel corso dell’ultimo millennio. 

 

 

 

 

Per approfondimenti

IPICS: http://www.pages-igbp.org/workinggroups/endorsed-and-affiliated/ipics
PNRA: http://www.italiantartide.it/spedizioni/xxix/
EuroCold: http://www.unimib.it/upload/pag/45004/1/eu/eurocolda5.pdf
EPICA: http://www.esf.org/index.php?id=855
TALDICE: www.taldice.org


Roma, 24 Luglio 2014 Continue reading

Antartide: estratta una nuova carota di ghiaccio per lo studio del paleoclima<br />

Con il campionamento delle carote di ghiaccio, svoltosi in circa quattro settimane a temperature di  -30°C presso il Laboratorio EuroCold (European Cold Laboratory Facilities) dell’Università di Milano-Bicocca, si è conclusa la prima fase dell’iniziativa scientifica IPICS-2kyr-Italia, coordinata dall’ENEA e finalizzata alla raccolta di una sequenza paleoclimatica in un sito remoto della Calotta orientale dell’Antartide. Al Progetto, finanziato dal MIUR nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, hanno partecipato anche l’Università di Trieste, il CNR con la sede di Venezia dell'IDPA (Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali), l’Università di Milano-Bicocca, l’INGV, l’Università di Firenze e ricercatori coreani afferenti al KOPRI (Korean Polar Research Institute), nell’ambito di un accordo di collaborazione logistica e scientifica quinquennale siglato con ENEA.

I ghiacci delle calotte polari costituiscono preziosi archivi naturali della storia climatica e ambientale della Terra e il loro studio ha contribuito considerevolmente alle valutazioni dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) circa i cambiamenti in atto e le tendenze future. Il progetto IPICS-2kyr-Italia, tramite perforazioni multiple nella calotta antartica, ha lo scopo di fornire nuovi dati sulla variabilità climatica negli ultimi 2000 anni. E’ questa una delle priorità scientifiche individuate da IPICS (International Partnership in Ice Core Sciences), un organismo promosso da IGBP-PAGES (Past Global Changes) SCAR e IASC che coinvolge scienziati e tecnici di 32 nazioni, tra le quali figura anche l'Italia.

Una parte essenziale di questo progetto è stata rappresentata dal prelievo delle carote di nevato e ghiaccio che si è svolto durante la campagna estiva della spedizione italiana in Antartide 2013-14. Il sito di perforazione, prescelto per l’elevato accumulo nevoso, dista circa 500 km dalla Base costiera italiana Mario Zucchelli alla quota di 1900 metri (temperatura media annua – 32 °C). Per svolgere le attività di perforazione previste dal progetto é stato allestito un campo remoto temporaneo, costituito da mezzi cingolati e moduli montati su slitte che sono stati trasferiti sul posto con una traversa sulla calotta antartica di circa 250 km. Il gruppo di lavoro, composto da 8 persone tra ricercatori e personale tecnico-logistico, ha soggiornato per circa 60 giorni nel Plateau antartico operando in condizioni climatico-ambientali-logistiche severe. La perforazione è stata condotta dai tecnici ENEA del Centro del Brasimone che hanno messo a disposizione di questo progetto l’esperienza maturata durante i prestigiosi programmi internazionali sulle carote di ghiaccio EPICA e TALDICE.
Nella seconda fase di questa iniziativa scientifica, già approvata per il finanziamento nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, i campioni delle carote saranno studiati mediante analisi chimiche, isotopiche e fisiche, delle polveri e dei gas contenuti nel ghiaccio. Sarà così possibile ricostruire con notevole dettaglio temporale l’evoluzione delle temperature, della composizione dell’atmosfera e della circolazione atmosferica, la frequenza delle eruzioni vulcaniche e l’inquinamento atmosferico prodotto dalle attività umane nel corso dell’ultimo millennio.

Per approfondimenti

IPICS: http://www.pages-igbp.org/workinggroups/endorsed-and-affiliated/ipics
PNRA: http://www.italiantartide.it/spedizioni/xxix/
EuroCold: http://www.unimib.it/upload/pag/45004/1/eu/eurocolda5.pdf
EPICA: http://www.esf.org/index.php?id=855
TALDICE: www.taldice.org


Roma, 24 Luglio 2014 Continue reading

Rapporto IEA 2014 sulle prospettive delle tecnologie energetiche

Un’economia mondiale sempre più dominata dall’energia elettrica, la cui quota sul totale della domanda energetica è raddoppiata negli ultimi 40 anni. Questo in sintesi il quadro delineato dal rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) “Energy Technology Perspectives 2014”, presentato per la prima volta in Italia oggi a Roma.

Attraverso la presentazione di diversi scenari alternativi, questo rapporto sulle prospettive delle tecnologie energetiche individua i possibili percorsi di breve e medio periodo per gestire la transizione verso un sistema energetico low carbon, identificando il ruolo attivo dei decisori politici, degli operatori di settore, dell’industria e della ricerca.

In tutti gli scenari del rapporto IEA al 2050, la quota di energia elettrica cresce fino a un quarto del totale della domanda di energia, mentre le emissioni di CO2 diminuiscono del 90 per cento rispetto ai livelli del 2011. Inoltre, se oggi il 65 per cento dell’energia elettrica viene prodotta con combustibili fossili contro il 20 per cento del contributo delle rinnovabili, queste percentuali  vengono esattamente ribaltate al 2050.

Nel corso della presentazione, l’ENEA ha illustrato le attività che sta mettendo a punto, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, per realizzare gli obiettivi di monitoraggio sullo stato e sulle prospettive di sviluppo delle tecnologie energetiche in Italia,  in ottemperanza ai compiti assegnati all’ENEA dall’art. 40 del decreto legislativo 28/2011 (Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili).

Giovanni Lelli, Commissario dell’ENEA, ha evidenziato: “L’Italia è tra i paesi più dinamici nel campo della ricerca energetica, con l’ENEA in prima fila nel trasferimento dei risultati di tali attività al sistema produttivo nazionale. La nostra industria, però, sconta un basso livello di competitività a livello internazionale, sia per gli scarsi investimenti in innovazione, accentuati dalla crisi economica, che per il costo dell’energia. Il programma di monitoraggio che l’ENEA sta sviluppando potrà indirizzare le scelte in campo tecnologico del Paese per raggiungere gli obiettivi di de-carbonizzazione del sistema energetico nel breve e lungo periodo e contemporaneamente favorire l’innovazione del nostro sistema industriale, attraverso la scelta di tecnologie in grado di accrescere la competitività e di conseguenza l’occupazione”.

 


Roma, 22 Luglio 2014 Continue reading

Scoperti coralli bianchi vivi nel Mar Ligure Orientale

Formazioni di coralli bianchi vivi appartenenti alla specie Madrepora oculata a 560 metri di profondità nei fondali davanti Punta Mesco alle Cinque Terre (La Spezia): questa la scoperta della campagna oceanografica condotta dai ricercatori del Centro Ricerche Ambiente Marino dell’ENEA di S. Teresa (La Spezia) e dalla Marina Militare.

L’attività di ricerca è stata condotta a bordo di nave “Leonardo”, unità polivalente di ricerca costiera della Marina Militare, con l’impiego del Remoted Operative Vehicle (ROV) “Pegaso” del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei ed Incursori (COMSUBIN).

ENEA e Marina Militare collaborano al progetto di ricerca dei coralli bianchi di profondità da ottobre 2013. La ricerca prende avvio dalla preziosa collaborazione con l’Istituto Idrografico della Marina Militare e l’eccellente contributo del suo personale tecnico e scientifico. Durante questa fase le prospezioni geofisiche sono state svolte a bordo delle navi idrografiche “Magnaghi” e “Aretusa” e le indagini sono state dirette con ROV “Pluto Gigas”  - in dotazione al cacciamine “Milazzo” del Comando delle Forze di Contromisure Mine (COMFORDRAG) della Marina Militare -  che ha permesso di identificare l’area dove sono stati rinvenuti i banchi di corallo bianco.

Oltre ad aggiornare la distribuzione dei coralli bianchi nei mari italiani, tale ritrovamento offre un punto di partenza per ulteriori indagini nell’area, dove sono state segnalate altre formazioni madreporiche, e pone le basi per l’identificazione di appropriate misure di salvaguardia di questi ecosistemi di elevata biodiversità ma molto vulnerabili.

I coralli bianchi possono essere paragonati a delle vere e proprie oasi nel deserto, in quanto offrono riparo e alimentazione a molte specie. Si è infatti stimato che i reef di coralli bianchi ospitano una diversità biologica tre volte più elevata di quella dell’ambiente circostante.

La scoperta di questi ecosistemi, così peculiari e punti focali di biodiversità negli fondi batiali, permetterà alla comunità scientifica di aggiornare i programmi di ricerca nazionali ed europei sul corallo bianco e alla Marina di confermare le capacità dual-use delle sue componenti operative di maggior pregio.

 

Nota tecnica

Video ENEA-MM Scoperta coralli bianchi mar Ligure

 


S. Teresa, 18 Luglio 2014 Continue reading

I primi risultati del progetto europeo EDEN per rispondere ai rischi CBRNE<br />

Il progetto europeo EDEN (End - User Driven Demo for CBRNE) è entrato nella sua piena fase operativa. L’ENEA svolge un ruolo di primo piano nel progetto EDEN, avviato lo scorso settembre per  trovare soluzioni innovative che riducano il costo sociale legato al rischio chimico, biologico, radiologico, nucleare e di esplosivi (da qui l’acronimo CBRNE).

Nel corso di recenti incontri a Bruxelles, Bucarest e Vienna, i partner del progetto hanno  ulteriormente sviluppato le relazioni con gli utenti finali, oltre a definire la strategia per colmare le lacune esistenti tra le esigenze degli utenti finali e l’offerta tecnologica disponibile. Inoltre, in questa fase è stato prioritario raccogliere le informazioni per mettere a punto gli scenari, che saranno presentati a Bruxelles il prossimo 22 luglio, adatti allo svolgimento delle azioni dimostrative che dovranno confermare le soluzioni proposte.

Un primo riconoscimento della validità dell’approccio innovativo di EDEN è dimostrato dal significativo numero di istituti e partner esterni che hanno aderito alle piattaforme PMI e fornitori, alle quali soggetti esterni a EDEN possono partecipare attivamente con propri suggerimenti e commenti. Gli aderenti a queste piattaforme possono anche mettere a disposizione attrezzature, tecnologie e servizi connessi ai piani di emergenza CBRNE elaborati nel progetto, per arricchire ulteriormente i risultati di EDEN e per potenziare gli eventi dimostrativi previsti. Le piattaforme PMI e fornitori sono ancora aperte per nuove iscrizioni.

Finanziato con 36,5 milioni di euro dalla Commissione europea nell’ambito del 7° Programma Quadro sulla Sicurezza, il progetto EDEN si avvale di un consorzio composto da 36 partecipanti, tra cui l’ENEA, provenienti da 15 paesi (UE e associati) e coordinati da BAE Systems. Il consorzio comprende utenti finali -  che costituiscono le principali parti interessate - grandi industrie, piccole e medie imprese, università ed enti di ricerca.


Per ulteriori informazioni: www.eden-security-fp7.eu

 


Roma, 16 Luglio 2014 Continue reading

Diagnosi energetica e sistemi di gestione dell&rsquo;energia: opportunit&agrave; di sviluppo per l&rsquo;industria italiana

Un’opportunità di confronto fra i diversi attori della filiera dell’efficienza energetica per discutere degli aspetti connessi all’attuazione dell’art.8 della direttiva 2012/27/ UE, che l’Italia ha recepito da pochi giorni con un decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri: questo in sintesi l’obiettivo dell’evento odierno, organizzato da ENEA e Federesco, con la collaborazione di Avvenia.

L’art. 8 della direttiva europea sull’efficienza energetica prevede per le grandi imprese e le imprese a forte consumo di energia l’obbligo di sottoporre i propri siti produttivi sul territorio nazionale ad una prima diagnosi energetica entro il 5 dicembre 2015, da ripetersi poi ogni 4 anni, affidandosi a società esperte in gestione dell’energia o ad auditor energetici.

Di fronte al target di riduzione dei consumi energetici di circa 4 Mtep al 2020 previsto per l’industria italiana dal Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica (PAEE), l’audit energetico rappresenta una pratica necessaria finalizzata ad individuare gli obiettivi di risparmio e le opzioni di adozione di nuove tecnologie. In quanto tale rappresenta un’opportunità di sviluppo anche per le PMI che non debbono sottostare all’obbligo di diagnosi energetica, come disposto dal suddetto articolo.

Nel corso della giornata, sono state approfondite diverse questioni relative al ruolo dei diversi attori coinvolti nel processo, ai vantaggi relativi ad un corretto utilizzo degli audit, alle norme per le certificazioni connesse ai Sistemi di gestione dell’energia (SGE) e all’utilizzo della norma ISO 50001 come strumento di risparmio per le aziende.

Giovanni Lelli, Commissario dell’ENEA,ha dichiarato: “Efficienza, innovazione e sostenibilità rappresentano le tre chiavi che possono consentire all’industria italiana di recuperare competitività sia sul mercato interno che su quello internazionale. Ma il tessuto industriale italiano è per lo più composto di PMI, che non potranno sottrarsi ad un consistente efficientamento energetico se vorranno tornare a competere sui mercati, dopo essere state colpite duramente dalla crisi economica e sociale di questi ultimi anni. L’Italia ha ben chiari i propri obiettivi e sta lavorando con grande impegno per conciliare la propria politica industriale, i costi energetici e la lotta al cambiamento climatico in modo efficace, anche attraverso il neonato decreto di recepimento della direttiva, che nei prossimi anni creerà per l’industria italiana interessanti opportunità di rivedere i propri processi per restare competitiva, favorendo contestualmente la crescita della green economy.”

Claudio G. Ferrari, presidente di Federesco, ha dichiarato: “È necessario porre l’accento sugli effetti concreti che avremo dall’attuazione del decreto di recepimento della direttiva europea sull’efficienza energetica, visto che avranno valenza economica e, soprattutto, occupazionale in termini di immediato incremento del numero dei posti di lavoro. Riteniamo opportuno evidenziare, da un lato, che l’efficienza energetica deve essere vista alla stregua di un’attività infrastrutturale che, per l’impatto economico, sociale e ambientale che produrrà, è altamente strategica oltre a essere ‘autoliquidante’, in quanto il risparmio energetico ed economico che genera permette di ripagare l’investimento iniziale. È fondamentale, dall’altro, creare cultura intorno al mercato dell’efficienza energetica in senso stretto e diffondere il concetto che i settori delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica sono nettamente distinti e presentano peculiarità sostanzialmente differenti che non consentono di poter affrontare i due mercati in un’ottica comune bensì l’uno propedeutica all’altro. Per ciò che concerne gli aspetti legati all’articolo 8 e al settore industriale, vorremmo che le nuove norme fossero accessibili e chiare per gli stakeholder del settore e che questi ultimi cogliessero l'esecuzione di interventi di audit e l'adozione di sistemi di gestione dell'energia come nuove e stimolanti opportunità per accrescere la propria competitività industriale e performance aziendale. Federesco ed ENEA ritengono di portare un nuovo contributo anche avvalendosi delle professionalità del settore così come previsto dall'articolato della legge."

 


Roma, 15 Luglio 2014 Continue reading

Lettera di un dipendente ENEA

Riceviamo e pubblichiamo: COMUNICAZIONE INTERNA Egr. Avv. Fabio Vecchi Direttore UCP Sede Centrale Enea Con la presente il sottoscritto Scialpi Arturo matr.77234 fa presente che non intende rispondere alla domanda di partecipazione del bando di concorso per il passaggio giuridico dal V al IV livello degli EPR, ex art.54. Questa decisione è irrevocabile e scaturisce… Continue reading

Lavatrici: verificata la correttezza&nbsp; delle etichette energetiche comunitarie

L’etichettatura energetica ha avuto un grande effetto nell’orientare i consumatori verso apparecchi a maggiore efficienza energetica.
Migliorarne ancora l’applicazione e renderla sempre più credibile, verificando la conformità dei prodotti, cioè la correttezza delle informazioni dichiarate nelle etichette energetiche e, nello stesso tempo, accertare la rispondenza dei prodotti ai requisiti di ecodesign (progettazione ecocompatibile che ha lo scopo di minimizzare l’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita di un prodotto) sono gli obiettivi del progetto europeo ATLETE II “Appliance Testing for Washing Machines Energy Label & Ecodesign Evaluation”, i cui risultati finali sono stati presentati oggi presso la sede dell’ENEA.
Queste verifiche a livello europeo assicurano che il risparmio energetico dovuto alla maggiore efficienza energetica dei prodotti sia effettivamente conseguito, proteggono i consumatori dai prodotti di bassa qualità,  garantiscono  la corretta competizione fra gli attori del mercato.
In pratica ATLETE ha dimostrato di poter intervenire efficacemente sul mercato europeo, garantendo un alto livello di  rispondenza alle politiche comunitarie di efficienza energetica.   

In particolare ATLETE II ha verificato la conformità di 50 modelli di lavatrici domestiche ai requisiti dell’etichettatura energetica e dell’ecodesign dal punto di vista dei parametri tecnici, della correttezza dei valori dichiarati sull'etichetta e delle informazioni da riportare sul libretto istruzioni o da fornire obbligatoriamente al consumatore.
I principali risultati sono:
-    100% di conformità delle dichiarazioni relative alla classe di efficienza energetica e al consumo di energia dell'etichetta energetica
-    100% di conformità ai requisiti minimi di ecodesign per il consumo di acqua ed energia
-    92% di conformità globale per le prestazioni funzionali e i relativi parametri
-    84% di conformità globale delle informazioni riportate sulla scheda di prodotto (per l'etichettatura energetica) e sul libretto istruzioni (per ecodesign).
I consumatori possono dunque essere sicuri, in Italia e in Europa, delle qualità tecniche e prestazionali di questi elettrodomestici. Gli unici problemi rilevati, relativi alle informazioni che il produttore deve fornire al consumatore al momento dell'acquisto e sul libretto istruzioni, sono facilmente risolvibili.

ATLETE II ha coinvolto  undici partner che includono quattro Agenzie per l'energia, l'Associazione Europea dei costruttori di elettrodomestici, un’Autorità di Sorveglianza del mercato, un’Associazione dei consumatori, Università ed esperti indipendenti. Per l'Italia i partner sono ISIS, Istituto di Studi per l’Integrazione dei Sistemi  - coordinatore del progetto - ed ENEA.
Il contributo dell’ENEA ad ATLETE rientra nell’ambito delle attività condotte a favore dell’efficienza energetica nella convinzione che l’etichetta energetica e l’ecoprogettazione abbiano  un ruolo fondamentale nel favorire lo sviluppo tecnologico e l’innovazione di prodotto, contribuendo alla trasformazione del  mercato nel senso di un minor impatto energetico ed ambientale.

ATLETE II si basa su esperienze e procedure sviluppate nell’ambito del precedente progetto ATLETE dedicato ai frigoriferi, adattandole al secondo apparecchio domestico più usato in Europa. I due progetti ATLETE  fanno  parte  di una serie di progetti realizzati  nell’ambito del programma europeo “Intelligent Energy Europe” attraverso i quali la Commissione Europea  intende sviluppare azioni coordinate di  vigilanza sul mercato.  

 

 


Roma, 04 Luglio 2014 Continue reading