INFN

WORKSHOP BILATERALE INDIA-ITALIA SULLE TECNICHE PER I NANOMATERIALI

arà presente anche l'ambasciatore indiano a Roma, Sua Eccellenza Basant K. Gupta, alla cerimonia di apertura del secondo workshop bilaterale tra Italia e India sui nanomateriali e sui materiali emergenti per le tecnologie, l’energia e l’ambiente. Il convegno organizzato dall’INFN si svolgerà a Roma, da lunedì 12 a mercoledì 14 ottobre nell’Aula Marconi del Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR. Il workshop, Nanoscale Excitations in Emergent Materials, è organizzato nell’ambito di uno dei progetti di grande rilevanza del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e sarà focalizzato sui recenti progressi nel settore dei nanomateriali, sulle tecniche avanzate utilizzate per caratterizzare questi materiali e sulle applicazioni nell’ambito dell’energia e dell’ambiente. Il convegno è un'opportunità importante e rappresenta un forum unico per lo scambio d’idee tra gruppi di ricerca interdisciplinari. L'evento è stato finanziato con il sostegno della Direzione Generale per la Promozione Paese-MAECI, e dal Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Governo indiano con lo scopo principale di promuovere lo scambio scientifico e tecnologico e le attività di partenariato tra le istituzioni italiane e indiane.
“La ricerca scientifica e tecnologica sui nanomateriali che si discuterà in questo workshop - spiega Augusto Marcelli dei Laboratori INFN di Frascati e che coordina il comitato scientifico del workshop insieme al suo collega indiano Chidambara Balasubramanian - ha un valore strategico perché coinvolge molti settori industriali tra i quali quello medico, farmaceutico e spaziale”. Queste ricerche, - prosegue Marcelli - elemento fondamentale dello sviluppo economico e industriale, sono indispensabili per garantire lo sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie con un alto valore aggiunto su aspetti quali l'energia, l'inquinamento atmosferico e delle acque”. “Si parlerà di nanoparticelle e cementi, dell'inquinamento ambientale e della correlazione sempre più significativa tra nanoparticelle/aerosol e salute, tutti problemi con enormi ricadute sociali, fondamentali per un paese oggi in grande crescita come l'India, ma anche per il nostro paese”, conclude Marcelli.

http://www.lnf.infn.it/conference/neem2015

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Prima pietra per LST

CCon la cerimonia inaugurale sull’isola di La Palma alle Canarie prendono ufficialmente avvio i lavori per la realizzazione del prototipo del Large Size Telescope, uno degli occhi ipertecnologici del nuovo osservatorio per astronomia gamma Continue reading

PRIMA PIETRA PER IL TELESCOPIO LST DI CTA NORD

COMUNICATO STAMPA INFN-INAF. Con la cerimonia inaugurale sull’isola di La Palma alle Canarie prendono oggi ufficialmente avvio i lavori per la realizzazione del prototipo del Large Size Telescope, uno degli occhi ipertecnologici del nuovo osservatorio per astronomia gamma.

Sarà presente anche il neo premio Nobel Takaaki Kajita alla cerimonia della posa della prima pietra del primo Large Size Telescope (LST) del Cherenkov Telescope Array (CTA) Nord, una delle due strutture che costituiranno l’osservatorio per astronomia gamma più grande mai realizzato al mondo. L’evento si svolgerà nel pomeriggio di oggi, venerdì 9 ottobre, all’osservatorio di Roque de los Muchachos (ORM) dell’Instituto de Astrofisica de Canarias (IAC), a 2200 metri sopra il livello del mare, sull’isola di La Palma nell’arcipelago spagnolo delle Canarie. L’ORM ospiterà, appunto, CTA Nord, mentre il sito prescelto per la costruzione di CTA Sud, nell’emisfero australe, è lo European Southern Observatory (ESO) a Paranal, in Cile.

Il progetto CTA, cui l’Italia partecipa con Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e un consorzio di università guidato dall’Università di Padova, prevede la realizzazione di oltre 100 telescopi di nuova generazione dedicati allo studio dei raggi gamma, cioè allo studio dei fotoni di alta e altissima energia, di origine galattica ed extragalattica, che riescono ad arrivare sul nostro pianeta. Quando i fotoni penetrano nell’atmosfera terrestre, interagiscono con gli atomi della stessa atmosfera, decadendo ed emettendo altre particelle. A loro volta queste, viaggiando a una velocità maggiore di quella della luce nell’aria, emettono una flebile luce bluastra, chiamata luce Cherenkov, un fenomeno analogo al “bang” supersonico. I telescopi di cui sarà dotato CTA, enormi specchi parabolici, avranno il difficile compito di “catturare” questa debole luce. Grazie poi all’analisi dei dati, i ricercatori saranno in grado di risalire alle sorgenti cosmiche dei fotoni primari e quindi di portarci a una maggiore comprensione delle grandi questioni ancora aperte che riguardano il nostro universo, in particolare la natura della materia oscura.

CTA sarà equipaggiato con tre tipologie di specchi parabolici per la rivelazione della luce Cherenkov, che saranno i suoi occhi ipertecnoloigici: i Large Size Telescope (LST) con un diametro di 23 metri, i Medium Size Telescope (MST) con un diametro di 12 metri e i Small Size Telescope (SST), con un diametro di 6 metri. Il progetto prevede la costruzione di quattro LST nell’osservatorio Nord e altri quattro nel sito dell’emisfero Sud. 

Gli LST sono i telescopi nella cui realizzazione è maggiormente impegnato l’INFN. In particolare, l’INFN ha progettato, insieme al gruppo giapponese di Kyoto, l’elettronica di digitalizzazione, di cui una metà è in fase di costruzione in Italia, in collaborazione con l'industria nazionale Sitael. L’INFN è inoltre coinvolto nella realizzazione di parte della meccanica e, in particolare, dei sistemi di tiranti attivi dell’arco che sostiene la camera focale. Il telescopio, con i suoi 23 metri di diametro, ha una distanza focale di 28 metri, e per sostenere la camera focale occorrono strutture meccaniche robuste e leggere, come quelle che usano le imbarcazioni da regata che partecipano all'America's Cup: e, infatti, per la realizzazione di queste strutture gli scienziati collaborano con una delle ditte che realizza le veloci barche da competizione. L’INFN sta anche costruendo, insieme a un gruppo indiano, il sistema che calibra la camera focale, ed è responsabile del sistema di calcolo connesso allo strumento. Infine, in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler (FBK) di Trento, l’INFN sta sviluppando un nuovo tipo di rivelatori di luce per la camera focale. Questi rivelatori sono sensibili a una singola particella di luce e la tecnologia connessa è ad oggi disponibile solo in Italia e in Giappone.

“Fra i vari telescopi di CTA – dichiara Alessandro De Angelis della sezione INFN di Padova, responsabile nazionale di CTA per l’INFN – LST, essendo il più grande, è quello che pone le sfide tecnologiche maggiori, che vanno da una meccanica di avanguardia a un’elettronica superveloce. Maggiori sono le sfide, maggiori sono le ricadute tecnologiche e scientifiche: all’interno di LST abbiamo sviluppato nuovi strumenti che verranno utilizzati anche nella radiografia digitale, ed esploreremo regioni sconosciute dell’universo”.

“L’inizio della costruzione del prototipo LST è un momento importante per il progetto CTA perché completa il quadro dello sviluppo tecnologico necessario per l’ottimizzazione dei telescopi che faranno parte dell’Osservatorio”, dice Patrizia Caraveo, responsabile INAF del progetto CTA e componente del Council Internazionale. “INAF, che ha deciso di concentrare i suoi sforzi sui telescopi di piccole dimensioni, ha in corso i test sul prototipo ASTRI, in funzione all’osservatorio di Catania a Serra la Nave, e pianifica di iniziare la costruzione di un primo gruppo di piccoli telescopi in Cile a partire dal prossimo anno”.

“Con la sua partecipazione a CTA, l’INFN rafforza la sua qualificata presenza nel campo dell'astronomia gamma svolta sia con rivelatori di fotoni a terra che collocati in satelliti in orbita nello spazio”, sottolinea Antonio Masiero, vicepresidente dell’INFN. “Nell’ ambito della fisica studiata dall’INFN l’astronomia gamma è di grande rilevanza per almeno due aspetti: essa rappresenta un formidabile strumento sia nella ricerca indiretta della materia oscura che nell’affascinante esplorazione delle proprietà quantistiche dell’enorme spazio cosmico percorso dai fotoni dalle loro lontane sorgenti fino ai nostri rivelatori”.

LST è realizzato da una collaborazione internazionale di ricercatori che appartengono a istituzioni di Brasile, Croazia, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Spagna e Svezia.

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Nobel per la Fisica 2015 alle oscillazioni dei neutrini

Quali sono i motivi per cui è stato assegnato il Nobel per la fisica 2015? Leggiamo di seguito i commenti del prof. Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN. Del  Prof Stefano Ragazzi, direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, il più grande laboratorio sotterraneo al mondo dedicato alla fisica astroparticellare, dove si svolgono… Continue reading

Nobel per la Fisica 2015 alle oscillazioni dei neutrini

Quali sono i motivi per cui è stato assegnato il Nobel per la fisica 2015? Leggiamo di seguito i commenti del prof. Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN. Del  Prof Stefano Ragazzi, direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, il più grande laboratorio sotterraneo al mondo dedicato alla fisica astroparticellare, dove si svolgono… Continue reading

AI NEUTRINI IL NOBEL PER LA FISICA 2015

Il Premio Nobel per la Fisica 2015 è stato assegnato al giapponese Takaaki Kajita e al canadese Arthur B. McDonald, per il loro contributo chiave agli esperimenti che hanno dimostrato l'oscillazione del neutrino. Questa metamorfosi  richiede che i neutrini abbiano massa: questa scoperta ha cambiato la nostra comprensione dei meccanismi più intimi della materia e può rivelarsi cruciale per la nostra visione dell'universo.

"La fisica delle particelle celebra un altro straordinario successo dopo quello del bosone di Higgs", commenta Fernando Ferroni, presidente dell'INFN. "Un riconoscimento a chi ha misurato che il flusso di neutrini atmosferici presentava una anomalia e suggeriva quindi che essi si trasformassero durante il percorso tra specie diverse, e a chi sperimentalmente ha dimostrato che sommando su tutte le specie di neutrini solari il conto tornava! Due esperimenti fondamentali, SuperKamiokande in Giappone e Sudbury Neutrino Observatory (SNO) in Canada che, accompagnati da quelli realizzati ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, MACRO, Gallex/GNO, BOREXINO e OPERA, hanno permesso di chiarire tutti gli aspetti delle oscillazioni del neutrino che possono avvenire solo se i neutrini sono massivi, contrariamente a quanto veniva affermato dal Modello Standard. Una scoperta epocale dunque ma anche l’apertura a un intero campo di ricerca che vedrà protagonisti ancora tra gli altri i Laboratori del Gran Sasso, impegnati a risolvere il dilemma sulla natura di questa particella come ipotizzato da Majorana", conclude Ferroni.

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ADDIO A GUIDO ALTARELLI

È scomparso il 30 settembre a Ginevra Guido Altarelli, fisico teorico di fama internazionale, che ha contribuito con i suoi studi in modo determinante alle questioni legate alla fenomenologia delle interazioni delle particelle elementari.

“Una tristezza immensa, un collega straordinario”, commenta Fernando Ferroni, presidente dell’INFN. “I suoi lavori sono una pietra miliare della fisica moderna. Il suo carattere un esempio per tutti noi”, conclude Ferroni.

“È veramente una perdita grave. Guido era uno dei non molti con cui parlare, discutere in modo diretto, profondo” commenta Antonio Masiero, vicepresidente dell’INFN e fisico teorico collega di Altarelli.  “Lo storico gruppo di ricerca di Roma perde così una delle sue menti più lucide e penetranti, e anche uno scienziato che sapeva fare scuola. Guido era una persona sempre con i piedi solidamente per terra, ma che poi non rifiutava qualche volo ardito”.

"Con Guido Altarelli scompare un grande uomo, un grande scienziato e un grande amico", afferma Guido Martinelli, direttore della SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di Trieste. "Guido Altarelli è stato una figura di riferimento nel panorama della fisica mondiale, al CERN e in Italia. Un esempio di dirittura morale e scientifica, un maestro per tutti noi. Oggi lo piango come amico fraterno e  sono pieno di tristezza".

Guido Altarelli era professore emerito di fisica teorica all’Università di Roma Tre. Dal 1987 al 2006 ha lavorato nella Divisione Teorica del CERN di Ginevra, di cui è stato direttore per quattro anni dal 2000. Ha svolto la sua attività in varie prestigiose università in tutto il mondo, l’Università di Firenze, la New York University, la Rockfeller University, La Sapienza Università di Roma, l’Ecole Normale Superieure e la Boston University. È stato direttore della sezione INFN di Roma La Sapienza dal 1985 al 1987. A sancire l’importanza dei suoi contributi alla fisica fondamentale il fatto che i suoi studi fanno oggi parte dei libri di testo su cui si formano le nuove generazioni di ricercatori.

Oggi è già domani di Guido Altarelli su Asimmetrie18 #nuovafisica

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ULTIMI PREPARATIVI PER XFEL, INFRASTRUTTURA EUROPEA PER SPIARE I SEGRETI DEL NANOMONDO

xfelEntra nella fase finale la messa in opera, ad Amburgo, dell’iniettore di European XFEL (X rays-Free Electron Laser), tra i più importanti progetti nella roadmap dell’European Strategy Forum on Research Infrastructures (ESFRI). È stato trasferito nei giorni scorsi, all’inizio del tunnel lungo 3,4 km, il modulo di terza armonica - fondamentale per rimuovere le distorsioni del fascio di elettroni all’uscita dell’iniettore -, i cui principali componenti sono stati progettati e realizzati in Italia. Qualificazione e installazione sono, infatti, avvenute con il contributo di tecnici, tecnologi e ricercatori del Laboratorio Acceleratori e Superconduttività Applicata (LASA) della Sezione di Milano dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), in stretta collaborazione con il laboratorio DESY (Deutsches Elektronen-SYnchrotron) di Amburgo.

“Si tratta di una tappa fondamentale della partecipazione INFN al progetto European XFEL, il cui commissioning partirà nel 2016 e che sarà pienamente operativo a partire dal 2017”, sottolinea Paolo Pierini, ricercatore INFN e Work Package Leader del sistema di terza armonica di XFEL. Una sfida europea in cui l’Italia è in prima fila con l’INFN, che contribuisce alla realizzazione dell’acceleratore per l’infrastruttura XFEL con la fornitura di metà delle 800 cavità acceleranti superconduttive, e buona parte dei 100 criomoduli che le contengono, oltre che con lo sviluppo e messa a punto del sistema di terza armonica appena installato.

XFEL è un’infrastruttura di ricerca che, grazie alle sue caratteristiche uniche - un’energia di 17,5 GeV (1 GeV corrisponde a un miliardo di elettronvolt), flash di raggi X, 27mila al secondo, a una lunghezza d’onda molto piccola, tra 0,05 e 4,7 nanometri (miliardesimi di metro) - si comporta come una gigantesca macchina fotografica, in grado di catturare dettagli nella regione dell’Angstrom, un decimo di miliardesimo di metro. Un livello di penetrazione della materia che consentirà, ad esempio, a XFEL di mappare i dettagli atomici dei virus, decifrare la composizione molecolare delle cellule, filmare le reazioni chimiche, studiare i processi in condizioni di pressione e temperatura estreme e scattare immagini in 3D del nanomondo. Tutte potenzialità che permetteranno a XFEL di aprire nuove aree di ricerca rimaste finora in larga parte inaccessibili.


Sito web XFEL

http://www.xfel.eu/en/

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